Napoleone III (Parigi 1808 – Chislehurst, Kent 1873), imperatore dei francesi (1852-1870). Terzogenito di Luigi Napoleone Bonaparte, re d’Olanda, e di Ortensia di Beauharnais, era nipote dell’imperatore Napoleone I.

Alla caduta dello zio, tutta la famiglia Bonaparte venne bandita dalla Francia e Carlo Luigi Napoleone ricevette un’educazione privata in Svizzera e in Baviera. Nel 1830, poco dopo la rivoluzione di luglio che costrinse Carlo X ad abdicare in favore di Luigi Filippo, egli partecipò alle insurrezioni carbonare nello Stato Pontificio (vedi Moti del 1831); in seguito, aderì ai complotti che per due volte tentarono di rovesciare il nuovo sovrano francese (1836 e 1840). Il fallimento della seconda cospirazione gli valse una condanna al carcere a vita, ma nel 1846 riuscì a evadere, fuggendo in Inghilterra e divenendo punto di riferimento del movimento bonapartista.

Dopo la rivoluzione del 1848 che detronizzò Luigi Filippo, Napoleone propose, con successo, la sua candidatura alla presidenza della nuova Repubblica francese. Tuttavia il suo trionfo fu offuscato dalla vittoria dei conservatori alle elezioni legislative del 1849, oltre che dall’approvazione di una costituzione che limitava il mandato alla durata di quattro anni e impediva la rielezione. Napoleone seppe conquistarsi il favore dei conservatori, dei cattolici e degli apparati militari con un’azione di forza contro la Repubblica Romana (luglio 1849) e la popolarità gli spianò la strada per promulgare una nuova costituzione (2 dicembre 1851) grazie alla quale assunse pieni poteri ed estese la durata del mandato presidenziale a dieci anni. La nuova costituzione fu sancita da un plebiscito popolare.

L’anno seguente trasformò la Seconda Repubblica nel Secondo Impero; poiché il figlio di Napoleone I era stato proclamato imperatore dai suoi sostenitori con il nome di Napoleone II, egli decise di denominarsi Napoleone III e si autoconcesse il diritto di trasmettere il titolo imperiale ai propri eredi. Il primo decennio del suo regno fu caratterizzato da una politica autoritaria e accentratrice e dal tentativo di ostentare la potenza della corte sia attraverso l’esibizione di fasto e ricchezze, sia attraverso la realizzazione di monumentali lavori pubblici che trasformarono radicalmente la capitale Parigi. Dopo il 1860, Napoleone III cominciò ad attuare una serie di riforme liberali che consentirono la rinascita dei partiti d’opposizione e promosse lo sviluppo dell’industria.

La politica estera, all’insegna del prestigio della Francia, fu inizialmente confortata da successi quali la vittoriosa guerra di Crimea e l’intervento a fianco del Piemonte contro l’Austria nella seconda guerra d’indipendenza italiana, che fruttò alla Francia l’annessione di Nizza e della Savoia. L’obiettivo di indebolire il crescente potere della Russia e di veder nascere un’Europa composta di stati nazionali lo spinse ad appoggiare la Polonia in alcuni falliti tentativi di insurrezione contro la Russia. Nel 1870, senza aver valutato in giusta misura la gravità della minaccia prussiana, trascinò la Francia in una guerra contro la Prussia (vedi Guerra franco-prussiana) risoltasi nella repentina sconfitta francese e nella cattura dello stesso Napoleone durante la battaglia di Sedan. Il 4 settembre 1870 il regime da lui instaurato venne rovesciato. Scarcerato nel marzo del 1871, si ritirò a vita privata in Inghilterra.