Figlio di Carlo Alberto e Maria Teresa di Lorena, aveva comandato brillantemente la divisione di riserva a Pastrengo, a Goito e Custoza (1848) durante la Prima guerra d’indipendenza; salì al trono del Regno di Sardegna in seguito all’abdicazione del padre dopo la sconfitta di Novara (1849).

Gaudente in gioventù, il “Re galantuomo” si dimostrò poi volitivo e giudizioso, ottenendo la riduzione dell’indennità di guerra a 75 milioni e riuscendo a controllare le correnti democratiche interne. Scegliendo collaboratori come Cavour per la politica e La Marmora per l’esercito, il Re, lungimirante e spregiudicato, avrebbe stabilito un legame con il popolo, con i patrioti, con condottieri, sovrani, ministri e intellettuali: la carta vincente per l’unità d’Italia.

A pochi mesi dalla morte, nel 1878, sostenne il tentativo di Crispi per ottenere il passaggio del Trentino dall’Austria all’Italia.